L’acchianata di Monte Pellegrino
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L'artista descrive l'opera
L’attenzione di una bambina (simbolo di purezza), lungo il sentiero di Monte Pellegrino, che si appresta a portare i fiori al santuario di Santa Rosalia sotto lo sguardo vigile della mamma, viene catturata dal volo di alcune candide colombe, simbolo di Pace…uomini in marcia per un domani di Pace. In questi versi vedo un cammino spirituale, che possa fare germogliare nella coscienza umana il sentimento necessario per poter convivere in pace e in armonia senza distinzione di razza, religioni e nazionalità. Questo luogo da me rappresentato è uno scorcio di Monte Pellegrino, conduce al santuario di Santa Rosalia, protettrice della città di Palermo e tanto venerata dai palermitani e non solo.
Dettagli e dimensioni
L'opera nella cultura siciliana
Non c’è un palermitano che, almeno una volta nella vita, non sia salito a piedi sulla cima del Monte Pellegrino, il più bel promontorio del mondo a detta del poeta tedesco Goethe quando arrivò in Sicilia nel 1787 durante il Grand Tour (XVII-XVIII secolo), uno di quei viaggi aristocratici in voga nel 1700 alla scoperta dei tesori dell’antichità e che avevano come meta privilegiata il sud Italia. La salita per monte Pellegrino parte dal centro di Palermo e arriva fino alla sommità del monte dove sorge il santuario (XVII secolo) costruito attorno alla grotta che fu la dimora della “Santuzza” Rosalia, patrona di Palermo. Dal monte si gode una spettacolare vista della città di Palermo, circondata dai monti e abbracciata dal mare. In questo tratto percorso dalla bambina con la sua mamma e il fratellino, si ha un’emozionante spaccato di Sicilia: la rigogliosa e variegata vegetazione con i fichidindia che si abbarbicano ovunque; la pietra bianca; il cielo azzurro. In cima si vede l’imponente struttura neogotica del Castello Utveggio (1928), un tempo albergo di lusso.
(photo) Santa Rosalia shrine at the top of Monte Pellegrino, etching by de Saint Non, 1795