I quattro picciriddi di Gangi
€350,00
L'artista descrive l'opera
Dettagli e dimensioni
L'opera nella cultura siciliana
Probabilmente dal termine piccino nasce il comparativo siciliano picciriddo, per indicare un fanciullo. In Sicilia siamo stati tutti picciriddi più che bambini! L’opera ha i colori della Sicilia e precisamente riprende quelli de U carrettu siciliano (il carretto in italiano). Esso è stato il mezzo di trasporto per antonomasia nei secoli passati del popolo siciliano: sia dei ricchi che dei poveri. Fondamentalmente si tratta di una sorta di carriola in legno trainata da equini. La particolarità del carretto siciliano era data dai lati di questa struttura, le sponde, nelle quali era quasi sempre rappresentata una scena dell’Opera dei pupi, rappresentazione di marionette siciliane estremamente in voga sin dal XVII secolo (il carretto stesso nasce verso quel periodo). Inoltre, spesso il carretto era coloratissimo in tutti i suoi spazi, fossero ruote, legni laterali, aste ecc. Anche il cavallo che lo trainava, solitamente a festa, era bardato con sgargianti colori. Neanche a dirlo, la sua piu o meno opulenza artistica ne contrassegnava lo status sociale. La scena l’artista la immagina in una giostra del paesino di Gangi, nella Sicilia settentrionale, a cavallo tra i monti Nebrodi e Madonie. Gangi, che conserva testimonianze storiche sin dai tempi preistorici è un classico paesino siciliano dell’entroterra, arroccato su un colle, dominato dalla pietra arenaria che disegna vicoli ed edifici di questo villaggio medievale dove la vita scorre tranquilla.
(photo) Gangi, perched on a hill, with Etna volcano on the backgroung